Il futuro che verrà
Una nuova normalità
La città diffusa, quartieri a misura d’uomo
Dalla pianificazione delle città a quella della vita urbana
L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ci ha messo di fronte all’esigenza di ripensare gli spazi in cui abitiamo, vivendo in maniera profondamente diversa le nostre abitazioni, i luoghi di lavoro e, più in generale, le nostre città. In questo contesto, l’attività del progettista diventa essenziale per sostenere il cambiamento necessario verso modelli e stili sostenibili che rispondono a esigenze di sicurezza, comfort, accesso ai diritti, uguaglianza.
Si rende necessario, ora più che mai, dare vita alle cosiddette “Città del quarto d’ora”, aree urbane dove i quartieri – sia nuovi che già esistenti – diventano parti di città vive e vitali (non quartieri dormitorio), a disposizione delle comunità che le abitano. I quartieri del futuro dovranno consentire ai cittadini di vivere all’interno di un ecosistema ricco di reti di relazioni, di servizi di prossimità così come di luoghi per attività all’aperto ed anche spazi di coworking per integrare la possibilità di lavorare a distanza.
In questo modo, sarà possibile superare la tradizionale dicotomia fra centro e periferia, aprendo all’opportunità di investire nella riqualificazione di aree suburbane, per fare in modo che ritrovino nuove condizioni di vitalità
Edifici per conciliare vita privata ed esigenze lavorative
La flessibilità diventa centrale nella progettazione. Il nostro modo di vivere e lavorare sta cambiando velocemente e con esigenze sempre rinnovate e diverse: lavoriamo da casa, in luoghi pubblici, in spazi condivisi o all’aperto, cercando di adattarci e trovare un equilibrio tra vita lavorativa, personale e sociale. Flessibilità è quindi il concetto chiave da cui la progettazione deve partire per rispondere a questa nuova modalità del “vivere urbano”, proponendo soluzioni modulari, integrate e funzionali.
Il concetto di “casa” si evolve per consentire una molteplicità di destinazioni di utilizzo: non è più soltanto il luogo in cui tornare dopo una lunga giornata fuori ma un luogo in cui restare per vivere pienamente, lavorare, trascorrere il tempo libero da soli o in compagnia. La direzione da seguire è quindi quella di realizzare unità abitative economicamente sostenibili secondo criteri di adattabilità, rifunzionalizzazione e condivisione, che centralizzino specifiche funzioni e soddisfino le necessità contingenti di chi le vive. Questo vale per estensione anche all’interno di uno stesso edificio residenziale, dove diventa sempre più importante progettare spazi comuni, all’aperto, verdi che servano da abilitatori di socialità tra i residenti.