Il progetto
La nuova Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza di Reggio Emilia costituisce il primo modello tipologico di riferimento nazionale; una struttura di natura riabilitativa oltre che detentiva, non ancora normata sul piano degli standard dimensionali e funzionali per la quale si è adottata una modalità di progettazione che ha visto coinvolti in maniera attiva e partecipata, oltre al Gruppo di progettazione, anche tutto il pool sanitario che avrà la responsabilità del suo utilizzo.


Il principio fondante del progetto si basa sul superamento del concetto di “cella detentiva” come spazio abitativo a favore di quello di “mini alloggio”, spazio apparentemente assimilabile ad uno spazio domestico senza la presenza costrittiva ed a vista di sbarre agli infissi, al fine di consentire un rapporto indirettamente terapeutico dello spazio. La Rems di Reggio Emilia si configura così come una residenza psichiatrica ma con maggiori e raffinate scelte legate ai dispositivi di sicurezza ed al benessere dei pazienti.
Due le aree di degenza individuate, una da dieci posti letto (destinata a pazienti ad alta intensità di cura) e una da venti posti letto (di mantenimento ed a vocazione riabilitativa). Le camere, tutte singole, sono arredate con un letto, armadiature ad apertura controllata e mensole, un televisore integrato nello spessore della muratura, un’ampia finestra panoramica accuratamente progettata per soddisfare le esigenze di aerazione ed illuminazione, e un bagno studiato per escludere qualsiasi problematica di autolesionismo.

Al fine di pervenire ad una soluzione di camera coi massimi gradi di familiarità percepita gli arredi sono stati pensati in muratura, integrati, al fine di rendere uno spazio particolarmente gradevole ed allineato con le esigenze di sicurezza.
Il progetto prevede l’impiego di materiali che abbinino alla piacevolezza estetica e percettiva, la facile manutenzione, mediante l’impiego di soluzioni che garantiscano l’abbattimento dei rumori, specie negli ambienti destinati ad attività riabilitative.
Le scelte impiantistiche hanno infine tenuto conto, oltre del contenimento energetico e dell’impiego delle fonti rinnovabili, delle variabili sensoriali e percettive dei pazienti reclusi. Per questo il sistema di riscaldamento è del tipo integrato nel pavimento e tutti i dispositivi elettrici ed elettronici sono dislocati secondo criteri di sicurezza e controllo da parte del personale.
